La mia scelta questa volta è caduta su un prototipo in esemplare unico con impianto di refrigerazione Barbieri con sigla Hfr.
Come sempre le viste molto ravvicinate per evidenziare i particolari amplificano anche i difetti che per fortuna al vero non si notano in modo così impietoso. Potrei mostrare viste da più distante per salvare la virtù, ma anche i difetti credo siano una scuola importante.
Mi sono avvalso di un vecchio interfrigo Lima a cui ho allungato il passo e aggiunto le nervature di irrobustimento sotto il telaio in filo di costantana infilato in appositi fori ricavati dal sottocassa e poi incollati con loctite; ho provveduto a costruire il generatore elettrico con un pezzo di guaina filo elettrico da cui spunta l’albero (che è poi il filoni rame d’origine) e che insiste sulla boccola anteriore. La cassa è stata allungata con plastica da 1 mm di spessore e separata con i montanti verticali costituiti da listerelle di plasticard da 0,2mm incollate di taglio e poi stabilizzate con loctite. La parte di maggior effetto è senz’altro quella anteriore dove sul praticabile è stato riprodotto l’impianto di climatizzazione con le sue griglie (provenienti da quelle di un loco diesel americano di produzione Atlas), le cassette con i componenti elettrici e alcuni cablaggi esterni, le chiodature del castelletto, le batterie a lato dei respingenti, ecc.
Per la colorazione ho usato l’argento per la cassa e il nero per il telaio e le ferramenta, mentre come al solito non ho usato decal perché non so come farle e dato che preferisco un modello vergine a uno con scritte mal eseguite attendo chi si inventerà un metodo pratico per riprodurle