Diesel F.S. D342 4015-4017

 

Proseguendo nella realizzazione del parco trazione delle FS mi sono imbattuto alcuni anni or sono nel modello del famoso diesel D342; ho voluto realizzare la versione composta dai prototipi numerati 4015 – 4017 che si differenziano all’esterno principalmente per le grosse prese d’aria laterali.

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Per il telaio sono partito dal modello di un F7 americano di Atlas a cui ho accorciato il passo dell’interperno ed utilizzando i carrelli che sono di giusta misura (circa 20 mm di passo).  Per garantire la trazione e la presa di corrente ho dovuto modificare successivamente la zavorra posta sopra la vite senza fine per adeguarla alle dimensioni della nuova carrozzeria. Verificato il corretto funzionamento ho provveduto a costruire le fiancate dei carrelli usando come base le fiancate lisce in lamierino di acciaio, avanzate da un modello di 636 di Lineamodel . Tutti i particolari sono ottenuti in plastica singolarmente e poi incollati sulla fiancata liscia.

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Ho fatto largo uso di plasticard da 0,2mm ma anche di guaina di filo di rame e di tanta pazienza come è costume nel nostro hobby. Ho ottenuto quella che amo definire la fotoincisione dei poveri, come si può vedere dalla foto, che mette in evidenza i vari pezzi/materiali usati. Il fissaggio è garantito da colla per plastica per scegliere la giusta posizione e poi loctite

Ora preoccupiamoci della cassa. Questa è in plastica da 1 mm di spessore sui cui ho preventivamente eseguito i fori per accogliere le varie griglie in modo che risultassero a filo della carrozzeria. Quelle grandi a fianco delle cabine sono ricavate da una vecchia carrozzeria Lima di un diesel francese, mentre quelle più piccole dalle fiancate di un locomotore tedesco E01 ovviamente tutte lavorate per riportarle alle dimensioni utili. Una vota fissate le griglie ho aperto i finestrini sulla carrozzeria con l’ausilio delle solite limette di vario taglio. Il portellone è inciso con punta da tracciare; le modanature orizzontali sono strisce di plasticard da 0,2mm tagliate con un cutter affilato e poi collocate a colla dopo aver segnato con una matita la giusta posizione; i fanali sono tubetti di rame da 1,5 mm collocati in sede dopo aver eseguito i relativi fori. Le scalette sono passanti in corrispondenza degli scalini, come al vero. Le griglie sul tetto sono incise sul tetto stesso e poi ricoperte da un pezzo per parte di alluminio da 0,2mm debitamente forato in corrispondenza delle ventole e poi chiodato sui lati. Il lavoro noioso e faticoso è stato quello di riprodurre le cornici intorno a tutti i finestrini e alle griglie di minor dimensione poste sulla fiancata e sul ricasco del tetto. Con un pò di esercizio assicuro che con il solito filo di rame proveniente da un cavo elettrico, pinzette e righello si possono fare cose davvero impensabili. Il fissaggio in sede avviene come sempre con colla per plastica per accertarsi della giusta posizione e poi con loctite.

 

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I respingenti sono come sempre chiodi passati al trapani elettrico usato come tornio. i panconi sono stati arricchiti con i ganci d’officina vicino agli spigoli esterni e le condotte elettriche e pneumatiche. Mi accorgo solo ora che mancano quelle REC, ma provvederò subito; ecco dimostrato che un modello sia come un plastico; si può sempre migliorare.

Infine mi sono divertito a costruire in alluminio da 0,2 mm il vomere simulando anche le cerniere della parte bassa.

La verniciatura è come sempre a pennello con vernici acriliche in castano e isabella e rosso segnale per i panconi.

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