Avevo gran voglia di misurarmi con qualcosa di davvero difficile e perciò ho deciso di realizzare i pantografi trifase di cui erano dotati alcuni rimorchi delle automotrici Aln 840 per collegare i tratti alimentati in corrente continua con quelli in alternata (es. tratta Torino – Genova – Bologna).
La complessità è massima sia per la scelta dei materiali sia per le dimensioni e soprattutto perchè i pantografi li volevo mobili.
Non mi sto a dilungare sui metodi, ma dirò che come al solito ho usato materiali poverissimi (filo di rame, guaina di filo elettrico e profilati di plastia a U per fissare sul basamento il pantografo): costo finale meno di 50 cents!Gli accessori indispensabili sono: mano ferma, pazienza infinita e occhio da infilzatrice di perline perchè per rendere il tutto articolato ogni filo trasversale (5 per ogni pantografo) ha dovuto attraversare tra i 4 e gli 8 occhielli di diametri 0,3mm ..)
Sono troppo contento del risultato e quindi eccovi le prime foto del primo modello grezzo e del secondo dopo una prima verniciatura, che ha una finalità essenziale: non potendo mettere molle per far stare in posizione il pantografo, la sua postura è affidata all’attrito che la vernice offre dentro le articolazioni e pertanto deve essere eseguita n modo particolare per evitare che asciugando “incricchi” il tutto. Come si vede dalle foto anche reclinato a riposo il pantografo ha una posizione sufficientemente piatta e appagante l’occhio.